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La cena era iniziata da un po’, e i quattro conviviali stavano conversando amabilmente. 
Stranamente, il discorso era caduto sulla crescita personale, e in particolare sulla felicità e sul modo per ottenerla. Silvia stava conducendo la conversazione, come al solito animata quando in ballo c’erano certi argomenti, tanto che sembrava stesse arringando una folla. 
 Se ci tieni tanto, te la do subito la ricetta per la felicità  disse la ragazza  È una ricetta infallibile: basta seguirla e ci si arriva dritti filati. 
 Sentiamola  la sfidò il ragazzo che aveva di fronte: capelli lunghi, lisci e castani, apparentemente di qualche anno più grande di lei. 
 Niente odio, niente lamentele, niente giudizio, niente controllo, niente attaccamento, niente paura. 
 Ah, beh, hai detto nulla!  esclamò quello  Togliamo qualcos’altro? Non so, i problemi di forfora o le unghie incarnite? 
 Fai poco lo spiritoso, bello mio  incalzò Silvia  La via è quella, sta poi a ciascuno se decidere di percorrerla. O meglio, prima o poi la percorreremo tutti, in questa o in un’altra vita. Per cui tanto vale rimboccarsi le maniche e farlo subito. Peraltro, il viaggio, a quanto dicono quelli che lo hanno già fatto, porta in un posto migliore di quello in cui siamo ora. 
 E che posto sarebbe?  stavolta a parlare fu la bionda seduta all’angolo opposto del tavolo rettangolare, anch’essa di aspetto un poco più vetusto di Silvia. 
 Amore, gratitudine, accettazione, resa, libertà. 
 Non male come programmino, vero?  commentò Marco, come sempre in estasi quando sentiva la sua metà fare proseliti sulla pubblica piazza. 
 Sì, ma fate presto voialtri a parlare. Intanto, alcune cose sono proprio difficili da ottenere, se non impossibili: quando mai non ci sarà più odio nell’umanità? Ma avete visto quello che sta succedendo nel mondo? Ah no, voi non guardate la televisione. Beh, vi faccio un riassunto: il mondo fa schifo, ed è pieno di gente che non vede l’ora di ammazzare qualcun altro, rubare a qualcun altro, sfruttare qualcun altro e così via. 
 Sì, ci sarà senza dubbio anche questo… ma è questo quello su cui vuoi concentrarti? – domandò Silvia – È questo quello che vuoi avere dentro di te? Perché se lo pensi spesso, lo diventi, è inevitabile. Se evochi spesso una cosa, quella cosa diventa parte di te, diventa il tuo ambiente. Vuoi essere questo? Vuoi che la tua vita sia questo? Gente che ruba, che truffa, che violenta? 
 Ma no, è chiaro che non voglio questo. 
 E allora non pensarci nemmeno – Silvia si esibì in uno dei suoi soliti sorrisi a 800 carati. 
 Ok, cerco di pensarci il meno possibile. Ma altre cose di quello che hai detto non mi convincono. Non per essere cinico, ma un po’ di controllo serve nella vita, un po’ di prudenza pure, anche la paura serve, sempre che non si esageri, ovvio. E poi, lamentarsi è un modo per sfogarsi, e anche sfogarsi serve. Quanto al giudizio… beh, credo sia impossibile smettere di giudicare… che scopo avrebbe poi farlo? Dovremmo smettere di pensare? 
 Ora ti spiego tutto quanto, Simone  replicò Silvia, preannunciando col suo tono pacato una risposta lunga, e già facendo sorridere Marco  Devi pensare tutto in termini attrattivi: quello che provi dentro prima o poi lo vivrai anche fuori, visto che il mondo esterno è uno specchio di quello che abbiamo dentro. “Come in alto, così in basso”, si dice nell’alchimia, che significa anche “Come dentro, così fuori”. Questa è una verità che trovi rivelata ovunque: nei Veda, nella Bhagavad Gita, nella Bibbia, nei testi esoterici, nei testi del nuovo pensiero, nei recenti libri sulla legge di attrazione. Se parti da qui, e credo che ormai solo un tonto possa pensare che nella vita le cose succedono a caso, allora sai già in partenza che se provi odio attiri altre cose che odierai, se ti lamenti attiri altre cose di cui lamentarti, se provi controllo e attaccamento attirerai persone ed eventi che metteranno a dura prova il tuo attaccamento, se provi paura attirerai situazioni sgradite, e se provi giudizio ti sentirai a tua volta giudicato. Lo disse anche Gesù: “Nella misura in cui giudicherai, sarai giudicato”. Disse anche “Chiedi e ti sarà dato”, che poi è il motto della legge di attrazione. 
 Ma insomma, togli e togli non rimane niente – provò a obiettare nuovamente Simone. 
 Ma sì che rimane qualcosa: rimane l’amore, rimane la gioia, rimane la libertà, rimane la gratitudine, rimane il lasciarsi andare alla vita… non sono cose migliori da provare? Non sono cose migliori da avere dentro? Ti concedo che è un programma ambizioso: siamo tutti ben lontani da questo orizzonte… però questo non è un buon motivo per non camminare in quella direzione. Seguirono alcuni secondi di silenzio, in cui i tre ascoltatori riassaporarono le parole della padrona di casa. 
 Un programma forse troppo ambizioso  commentò ancora Simone  Come potrei per esempio smettere di avere paura che qualcuno aggredisca Michela di notte? Oppure accettare tutto, per esempio che molti politici facciano i loro interessi e non quelli del popolo? O gli omicidi?? 
 La paura è la stessa energia dell’amore, solo su un’ottava bassa. Non va fatta scomparire, ma va elevata… e si eleva provando amore per tutti e per tutto. Il controllo è la stessa energia del lasciar andare, del permettere. Non deve scomparire, ma trasformarsi in accettazione, e lo si fa capendo, anzi sentendo dentro, che ogni cosa che ci succede l’abbiamo scelta noi. Come anima, ovviamente, non come personalità. Ogni cosa: dalla multa che ci mette il vigile alla classe politica di ladri. 
 Perché il mondo esterno è un riflesso del mondo interno! – concluse Marco con un sorrisone. 
 Già – Silvia gli sorrise di rimando. 
 Certo che siete proprio strani voi due  questo invece fu il commento del loro amico. 
 Strani, ma adorabili – terminò il giro dei commenti la bionda. 
 Grazie, Michela, tu sì che ne capisci  disse Silvia  A proposito, perché non ti trovi un fidanzato meno cinico? 
 Ah ah ah  dalle vocali lente e basse Simone sembrò non gradire molto la battuta  Piuttosto, dite la verità: vi state fumando robe pesanti. Tra grotte, salotto e sogni strani, sembrate sotto l’effetto di stupefacenti. 
 Stupefacenti è l’aggettivo giusto, probabilmente, anche se in un altro senso – fece Marco. 
 Senti, Silvia  s’intromise Michela  Droga a parte, come si fa ad arrivare a tutte le cose belle che hai detto prima? 
 Beh, le strade che ci hanno suggerito sono diverse. Una “interna” è l’autosservazione e il vivere a fondo le emozioni negative che ci capitano e il trasmutarle nell’oro della pietra filosofale. O ancora la meditazione. Una più “operativo-esterna”, magari più adatta alle persone non molto abituate all'introspezione meditativa, può essere utilizzare ogni giorno le affermazioni, diciamo per 10-15 minuti. 
 Ecco, per esempio cosa dovrei dire? 
 Ne vuoi davvero qualcuna? 
 Sì, sì, spara! 
 Eccoti un terzetto mica male: “Io sono gioia, amore e gratitudine. Io sono felice, ottimista ed entusiasta. Io sono amore, avventura e passione”. Se le ripeti tutti i giorni per un quarto d’ora è inevitabile che pian piano queste cose vengano nella tua vita. Beh, ammesso che non ci siano già, ovviamente! Puoi sostituire gli aggettivi con degli altri che preferisci, se vuoi. Ma, mi raccomando, recitali tutti i giorni! 
 Dai, ci provo. 
 Non c’è provare o non provare, c’è fare o non fare!  commentò Silvia-Yoda. 
 Ecco, ora ho una fissata new age pure dentro casa, non bastavano gli amici…  sospirò Simone, sconsolato, attirando il sorriso affettuoso dei suddetti amici. 
 E ormai manca poco al Perù e al 21 dicembre: vedrai che dopo saremo ancora più strani!  concluse Silvia tutta allegra.