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Marco, una volta scelto di aderire alla causa di Salvo Sbrizzi e del suo Puc, aveva in parallelo rifiutato tutti i posti di lavoro che gli erano stati offerti e che continuavano a venirgli offerti.
Tuttavia, una proposta lo solleticò alquanto, tanto che la accettò.
Da un lato, difatti, si trattava di una cosa saltuaria, che gli avrebbe impegnato solo un pomeriggio-sera al mese.
Da un altro lato, era una cosa molto comoda geograficamente, essendo proprio nella sua Cagliari.
Infine, era praticamente il corrispettivo televisivo di ciò di cui si occupava la rivista di Silvia: cultura alternativa, crescita personale, misteri, poteri esp, culture antiche, e così via. 
La trasmissione si sarebbe chiamata Il portale sull’infinito, e sarebbe andata in onda sull’emittente regionale Videolina.
Ormai impegnato a tempo pieno tra poteri esp, gruppi e partiti vari, quello sarebbe stato un po’ lo svago di Marco… e un po’ di svago credeva di meritarselo di sicuro! Tra l’altro sarebbe stata l’occasione di conoscere di persona alcuni autori di cui aveva letto libri e visto video, come Igor Tribaldi o Corrado Lavanga.
Era curioso, comunque, che il fattore del cambiamento provenisse dalla periferia italiana, sia geografica che mediatica: prima la leccese Tele Salento con la coraggiosa Sara Bianchi, e ora la cagliaritana Videolina con quest’altrettanto coraggiosa trasmissione di frontiera, mentre il "centro" sembrava fosse come frenato: giornali e telegiornali nazionali erano stati trainati da internet e dai reportage locali piuttosto che il contrario, a testimonianza di un cambiamento sociale che premeva fortemente dal basso e dai margini.
Marco, peraltro, ebbe modo di leggere la programmazione delle prime dieci puntate della trasmissione, e sia ospiti che argomenti promettevano davvero scintille.
L’aspetto innovativo, e anche brillante se vogliamo, era stata la scelta di fondo di abbandonare il confronto con le posizioni scettiche, e quindi quelle stucchevoli scenette quali quella cui Marco partecipò da protagonista in Rai, e semplicemente di proporre cultura e informazioni da parte di studiosi del settore ad appassionati del settore. Fine.
Chi voleva, dunque, avrebbe avuto una bella fonte di informazioni, di spunti e anche di energia di cambiamento a disposizione, e gli altri potevano semplicemente ignorarla.
Altro che dispute intellettuali per cercare di convincere Tizio, o di difendersi dalle accuse di ciarlataneria del primo pavone di turno.
Cultura, energia ed evoluzione personale e sociale: ecco tutto quel che serviva per far crescere chi già pronto alla fioritura e per far germogliare chi aveva un terreno fertile.
Per questo Marco fu felice di abbracciare il progetto, che lo vedeva come ospite fisso insieme a Tribaldi e Lavanga, mentre gli altri ospiti sarebbero cambiati a seconda dell’argomento della singola puntata.